Descrizione prodotto
Questo pettine in bronzo è basato su un originale dell'XI secolo ritrovato in Inghilterra. Pettinini come questo sono stati ritrovati regolarmente in Inghilterra, nella Svezia orientale e nei paesi baltici. Pettinini come questi venivano spesso indossati dalle donne, insieme a spilloni, cucchiaini per le orecchie e strumenti per la cura delle unghie su collane decorative intorno al collo o alla hangerok.
In tutte le culture indoeuropee i cavalli hanno un ruolo importante. Più di 5.000 anni fa nella steppa pontico-caspica, i nostri antenati, i pastori della steppa indoeuropea, coltivavano il cavallo. Da qui si sviluppò in seguito la loro cultura equestre, il cavallo assunse un ruolo importante come mezzo di trasporto, nella guerra e come aiuto nei campi. Non c'è da meravigliarsi che fin dall'inizio il cavallo sia stato incluso nel mondo spirituale dei nostri antenati. Credevano che il sole fosse trainato da un cavallo attraverso il cielo e associavano l'animale alla fertilità, sia delle persone che della terra. Inoltre, il cavallo rappresentava la regalità e il legame tra l'aristocrazia regnante e il territorio su cui governavano.
Le donne vichinghe attribuivano grande valore ai cucchiaini per le orecchie decorati e ai set per la pulizia delle unghie, mentre gli uomini erano orgogliosi dei loro eleganti pettini. Le fonti cristiane parlavano con stupore dell'igiene dei vichinghi, che si lavavano e si tenevano puliti regolarmente. Questo aveva una base religiosa: nel paganesimo, a differenza del cristianesimo, non si è perseguitati da dio. Ci si rivolgeva agli dei in momenti consapevoli. Per la comunicazione rituale con gli dei era richiesta una purificazione e bellezza, incluso un aspetto curato. Nella religione, la bellezza simboleggiava l'ordine, mentre lo sporco rappresentava il caos. Questo contrasto si rifletteva anche nel mito del Ragnarök, il caos totale. Durante il Ragnarök arriva la nave Naglfar, fatta con le unghie dei defunti. Le unghie lunghe e sporche erano viste come un contributo a questo caos minaccioso. In Islanda era addirittura proibito guardare un santuario prima di essersi lavati ritualmente.
