Descrizione prodotto
La brattea d'oro fu scoperta nel 1852 vicino a Køge, sulla costa sud-orientale dell'isola danese di Zelanda, insieme a un esemplare identico. Risale all'Età del Ferro, specificamente tra il 450 e il 570 d.C. La caratteristica più notevole di questa brattea è l'immagine di una figura a cavallo al centro, che si presume rappresenti il dio norreno Odino (o Wotan) con il suo cavallo Sleipnir.La brattea originale ha una fila di rune circostanti, che possono essere interpretate in modi diversi: "Hariuha è il mio nome, il viaggiatore. Offro protezione nel viaggio" o "Mi chiamo Hariuha. Conoscendo la sventura, porto fortuna." Hariuha è probabilmente un altro nome per Odino, poiché nella mitologia germanica assunse diversi epiteti durante i suoi viaggi per non essere riconosciuto direttamente.
Questa brattea si trova attualmente nel Museo Nazionale Danese a Copenaghen. Il termine "brattea" deriva dalla parola latina "bractea," che significa un disco sottile. Le bratteate germaniche erano modellate sulle medaglie romane con immagini di imperatori, ma differivano in quanto erano coniate solo su un lato. Questi amuleti erano probabilmente indossati dalle tribù germaniche come portafortuna e potevano essere assegnati a guerrieri meritevoli.
In tutte le culture indoeuropee i cavalli hanno un ruolo importante. Più di 5.000 anni fa, nella steppa Pontica-Caspica, i nostri antenati, i pastori della steppa indoeuropea, coltivarono il cavallo. Successivamente ne derivò la loro cultura equestre, il cavallo assunse un ruolo importante come mezzo di trasporto, in guerra e come aiuto nei campi. Non c'è da meravigliarsi che presto il cavallo sia stato incluso nel mondo spirituale dei nostri antenati. Credevano che il sole fosse trainato da un cavallo attraverso il cielo e associavano l'animale alla fertilità, sia degli uomini che della terra. Inoltre, il cavallo rappresentava la regalità e il legame tra l'aristocrazia regnante e il territorio su cui governavano.
